Chiudi
Cerca nel sito
Rete elettrica italiana

Condividi

17.08.2022
- 4 min

Ma se la rete elettrica nazionale è unica, chi mi garantisce che l’energia che consumo sia proprio da fonte rinnovabile?

Rete elettrica italiana
Rete elettrica italiana
Rete elettrica italiana

DOP, DOCG, IGT, DOC. Il mondo dell’agroalimentare pullula di denominazioni di origine e autenticità. Un supporto fondamentale per aiutare il consumatore a destreggiarsi tra gli scaffali dei supermercati, effettuando acquisti più consapevoli e trasparenti. Ma, cosa succede se parliamo di energia elettrica? Esiste una “denominazione di origine e provenienza” che certifichi la natura dell’energia acquistata e consumata? In verità, sì. E il meccanismo è molto simile a quello che si applica nel settore del food & beverage.

Certificati di Attribuzione dell’Energia

Anche qui procediamo per acronimi. Il primo che incontriamo è EAC, ovvero: Energy Attributes Certificates, in italiano Certificati di Attribuzione dell’Energia. Sono la prova che l’elettricità sia prodotta da fonti rinnovabili, come solare, idroelettrico o eolico. Ogni EAC è collegato a 1MWh di energia prodotta ed è sì una certificazione ma è anche una moneta di scambio. Ogni certificato, infatti, può essere acquistato, venduto e annullato con prezzo variabile a seconda delle richieste di mercato. L’annullamento dei certificati attesta la corrispondenza tra l’energia prodotta e i consumi. Vediamo nel dettaglio.

Esistono tre EAC principali:

  • GO: la Garanzia d’Origine, utilizzata nel mercato energetico europeo;
  • RECs: il Sistema di certificazione delle energie rinnovabili in uso negli Stati Uniti e in Canada;
  • i-Rec: gli standard del REC internazionale utilizzati nei Paesi in cui non esiste un sistema di certificazioni green.

In Italia facciamo riferimento ai certificati elettronici GO che vengono rilasciati dal GSE – il Gestore dei Servizi Energetici, società controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze che svolge un ruolo centrale nell’incentivazione e nello sviluppo delle fonti rinnovabili – per attestare l’origine rinnovabile delle fonti utilizzate dagli impianti qualificati IGO (identificazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili). I titoli vengono rilasciati mensilmente e scadono dopo un anno dalla produzione di energia elettrica cui si riferiscono e, al più tardi, il 31 marzo dell’anno successivo. I certificati, come detto, possono essere “annullati”.

Per legge gli utenti finali possono rintracciare tutto nella bolletta – che rappresenta a tutti gli effetti la carta di identità dei servizi energetici acquistati – tramite il cosiddetto Fuel Mix , o Mix Energetico, ovvero l’insieme di fonti energetiche primarie utilizzate per la produzione dell’energia elettrica.

Ricapitolando: il GSE, su richiesta dei produttori, rilascia la qualifica IGO attestante la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile per ciascun impianto. Successivamente al rilascio della qualifica IGO, il GSE, su richiesta del produttore dell’impianto, emette i titoli GO, ma solo a seguito della ricezione dei dati di misura da parte dei gestori di rete competenti. Ovvero, solo dopo un’attenta verifica.

Per le aziende, possedere un certificato EAC sta diventando sempre più importante, in quanto dimostra l’acquisto di energia rinnovabile, un tema su cui i consumatori, le autorità e gli investitori sono diventati particolarmente sensibili. Una delle iniziative più grandi e ambiziosi è RE100: l’iniziativa globale per le energie rinnovabili che riunisce centinaia di grandi aziende (Apple, Google, Microsoft…) impegnate a produrre elettricità al 100% da fonti rinnovabili.

L’aumento delle richieste di GO è, per le leggi del mercato, una delle motivazioni che ha portato a far crescere il prezzo dei certificati, passati dal costo di circa 30 centesimi di qualche anno fa ai 2,80 euro di oggi. Attenzione: parliamo di un mercato che supera i confini italiani: in passato era limitato quasi ai soli paesi nordici, mentre ora sta conquistando l’intero continente con scambi regolati attraverso la piattaforma AIB. Alla fine del 2021 l’AIB contava 31 membri provenienti da 27 Paesi europei titolati a gestire un sistema di garanzie di origine (GO) per l’elettricità e aveva emesso ben 825 milioni di certificati (825 TWh).

Leggi anche