Chiudi
Cerca nel sito
un sentiero tra un lago e una foresta

Condividi

19.11.2024
- 8 min

Il cammino della transizione energetica

un sentiero tra un lago e una foresta

La transizione energetica non è più un’opzione. Non lo è da un punto di vista ambientale, visto lo stato di salute del nostro Pianeta, e non lo è da un punto di vista normativo, visti gli obiettivi che l’Italia, coerentemente con l’Unione Europea, si è data in materia di decarbonizzazione. E, non meno importante, non lo è da un punto di vista sociale, dato l’impatto che un ambiente malsano ha sulle comunità in termini di minore salute e benessere, riduzione delle risorse e aumento delle disuguaglianze. Inoltre, per le imprese, la transizione energetica, ovvero il passaggio progressivo da fonti fossili a fonti rinnovabili e l’efficientamento dei consumi attuali, è un’esigenza di risposta alle richieste di clienti sempre più attenti e consapevoli in materia ambientale, di istituti finanziari sempre più esigenti per quanto riguarda le prestazioni aziendali, nonché una straordinaria opportunità per innovare, diventare più competitive e contribuire attivamente alla sostenibilità globale.

Transizione energetica, perché non possiamo più aspettare

L’impatto ambientale delle attività umane, in particolare le emissioni di gas serra provenienti dalla produzione e dall’uso di energia, è alla base del cambiamento climatico. L’Accordo di Parigi del 2015 ha posto l’obiettivo di limitare l’aumento della temperatura globale al di sotto dei 2°C, puntando a 1,5°C, e per farlo è fondamentale ridurre le emissioni di CO₂ e altre sostanze inquinanti.

Le imprese sono tra le principali utilizzatrici di energia e hanno una grande responsabilità in merito. Per questo, si richiede di rivedere le modalità con cui producono e utilizzano l’energia, orientandosi verso fonti rinnovabili e soluzioni più efficienti. Tutto ciò, rappresenta un cambio di paradigma che può offrire notevoli benefici economici e competitivi. È un vero e proprio cammino che vede in campo competenze specialistiche, nuove tecnologie e rinnovamento dei processi. «Con Alperia Green Future siamo al fianco delle imprese in tutto il percorso: le accompagniamo in una gestione integrata dei temi ESG, a partire da una valutazione iniziale dell’impronta carbonica, passando per la definizione di una strategia climatica, per l’attivazione del piano di decarbonizzazione con le specifiche misure da intraprendere e infine per la redazione del bilancio di sostenibilità» – spiega Ilenia Strambaci, Decarbonization Business Developer di Alperia Group.

I 4 pilastri della transizione energetica

Sostenibilità ambientale, efficienza energetica, condivisione dei risparmi e intelligenza artificiali. Sono questi i quattro pilastri su cui Alperia Green Future ha costruito il percorso di transizione energetica per le imprese.

«Tutto inizia dalla sostenibilità ambientale: aiutiamo le aziende a calcolare e ridurre le loro emissioni e le affianchiamo nella definizione di una strategia climatica volta al raggiungimento della Carbon Neutrality» – chiarisce l’esperta. Questo è il primo, fondamentale, passo che tiene insieme gli altri tre step. A seguire, infatti, si individuano e si realizzano gli interventi di efficientamento energetico. «Abbiamo rendicontato oltre 2 milioni di “certificati bianchi” o “titoli di efficienza energetica” – fa notare Strambaci –: parliamo di un meccanismo incentivante che consente alle imprese che fanno azioni di efficientamento di ottenere oltre al risparmio energetico in quanto tale anche un ulteriore beneficio economico. Ogni certificato vale circa 250 euro: quanta più energia si risparmia, tanto maggiore sarà il numero di certificati bianchi riconosciuti all’azienda».

Altrettanto importante è la possibilità di condividere i risparmi. Per le imprese che vogliono destinare le risorse al proprio core business, Alperia, in qualità di Esco (Energy Service Company), può investire direttamente può investire direttamente nello sviluppo di interventi di efficienza energetica e di autoproduzione di energia rinnovabile e condividere il beneficio economico o il risparmio ottenuto. «Il passaggio alle energie rinnovabili o l’adozione di tecnologie più efficienti, richiede investimenti significativi che alcune imprese, da sole, possono non riuscire a sostenere. Questo modello, detto di E.P.C. o Energy Perfomance Contract, consente di mettere a terra in maniera molto concreta la strategia climatica e di supportare realmente le organizzazioni che vogliono intraprendere questo cambiamento» – assicura Strambaci. Per altro, il modello EPC non viene applicato da Alperia solo in caso di investimenti per tecnologie standard, ma anche per tecnologie innovative, come quelle adottate per la produzione del freddo e del caldo in maniera efficiente, come le pompe di calore ad alta temperatura.

Infine, l’Intelligenza Artificiale (IA), un punto chiave per Alperia che ha al suo interno un team di ingegneri che sviluppa soluzioni di IA denominate “Sybil”. Sono soluzioni applicabili sia a impianti industriali che a edifici residenziali, uffici, hotel, centri commerciali, aeroporti, ospedali e altre tipologie, per garantire comfort e risparmio. «Una delle applicazioni più interessanti è stata quella sviluppata per l’aeroporto Marco Polo di Verona, il primo in Italia a utilizzare l’IA per migliorare le prestazioni energetiche degli impianti di climatizzazione, mantenendo inalterati gli elevati standard di comfort dei passeggeri. Con il gruppo siderurgico AFV Beltrame Group, invece, abbiamo predisposto un sistema di controllo avanzato per l’ottimizzazione dei processi di laminazione, all’interno di un processo molto più ampio che ci ha visti anche co-finanziare numerosi progetti di decarbonizzazione» – evidenzia Strambaci.

Il percorso verso la sostenibilità

Ma come funziona il processo? Tutto inizia con la valutazione dell’impatto con analisi delle emissioni di gas serra Scopo 1 (emissioni dirette che provengono da fonti possedute o controllate direttamente dall’azienda), Scopo 2 (emissioni indirette derivanti dalla produzione di energia acquistata e consumata dall’azienda) e Scopo 3 (emissioni che avvengono lungo la catena del valore e su cui l’azienda non ha diretto controllo). Questo processo consente di allocare le emissioni di gas serra dirette e indirette dentro i processi e i flussi aziendali, individuando la baseline emissiva sulla quale definire gli obiettivi di riduzione.

Si definisce, dunque, la strategia climatica e vengono identificate le potenziali leve di decarbonizzazione. Si calcolano, quindi, le emissioni, i risparmi sui costi e gli investimenti necessari, per poi definire la roadmap delle azioni. Questa fase prevede la realizzazione di un’analisi di scenario, per comprendere i rischi, gli sviluppi del mercato, le innovazioni tecnologiche, le evoluzioni normative e le possibili opportunità. Vengono quindi attivati interventi in EPC e sviluppate nuove soluzioni con Alperia Sybil Industrial. Tramite algoritmi proprietari di intelligenza artificiale e modelli predittivi si punta, così, a ottimizzare automaticamente il funzionamento di processi complessi e non standard. Infine, si redige il bilancio di sostenibilità, rendicontando agli stakeholders le iniziative intraprese, gli obiettivi raggiunti e i target di miglioramento identificati. Come previsto anche dalla nuova Corporate Sustainability Reporting Directive, infatti, saranno sempre di più le imprese che si dovranno dotare di una rendicontazione ESG con l’obiettivo di migliorare la qualità, la coerenza e la comparabilità delle informazioni sulle performance di sostenibilità delle aziende. Un processo in cui Alperia Green Future affianca le imprese, supportandole con consulenza strategica e know how tecnico.

«Può sembrare un processo complesso e spesso la prima barriera da abbattere è di natura culturale, ma più passano gli anni, più la consapevolezza aumenta, anche nelle imprese. La vera svolta è vedere questo cambiamento così dirompente come un’opportunità di cui beneficeranno sia il business che le comunità e i territori, oggi e nel prossimo futuro» – rileva Strambaci.

Questione di competenze

«Poter contare su un team con elevate competenze tecniche è cruciale. Io sono laureata in ingegneria energetica, ma il team si compone di altri 33 ingegneri con diverse specializzazioni (aerospaziale, ambientale e del territorio, automazione industriale, chimica, dei sistemi, elettronica, energetica, informatica, informatica e dell’automazione, meccatronica, spaziale, telecomunicazioni) e di 7 dottorati di ricerca con formazione nel campo energetico, dell’automazione, dell’informatica, della matematica applicata, oltre che di 6 esperti ed esperte in gestione dell’energia. Inoltre, il team si sta arricchendo sempre di più anche di altre competenze che sono fondamentali per gestire a tutto tondo i temi ESG. Questa combinazione può fare concretamente la differenza, rappresentando un approccio più ampio e completo alla rendicontazione e all’azione in materia di sostenibilità, in un’ottica di piena responsabilità e trasparenza delle informazioni» – spiega l’esperta.

Competenze che Alperia mira ad attirare e far crescere. «Io, ad esempio, sono entrata in azienda con uno stage mentre ancora scrivevo la tesi e non me ne sono più andata. Mi sono appassionata moltissimo al settore e mi sono sentita subito parte di una missione più grande: avere un impatto positivo sul pianeta. Grazie al mio lavoro, infatti, ho l’opportunità di amplificare ciò che faccio a livello individuale per contribuire allo sviluppo sostenibile dell’ambiente e della società». E conclude: «Chi lavora in Alperia Green Future aiuta altre imprese, e quindi altre persone, a diventare più sostenibili e questo ha un impatto potentissimo in termini di motivazione».

Leggi anche