«Rigenerazione» è, a tutti gli effetti, una delle parole più importanti del contesto contemporaneo. Lo è a livello personale, con l’esigenza sempre più diffusa di trovare nuove forme di adattamento al cambiamento, e lo è a livello ambientale, con il dovere comune di adottare modelli di produzione e consumo meno impattanti sulle comunità e sugli ecosistemi.
Soffermandoci su questo secondo aspetto, comprendiamo come scommettere sulla rigenerazione significhi passare da un’economia lineare take-make-waste (prendi-produci-getta) a un’economia circolare, in cui il prodotto viene ricondizionato, e non gettato, allo scopo di generare un beneficio economico e ambientale. Attenzione: un prodotto ricondizionato non è pari a uno usato. Nonostante entrambi non siano nuovi, il ricondizionato viene controllato, revisionato, aggiornato e testato prima di essere reimmesso sul mercato. Viene inoltre pulito dalle tracce del precedente utilizzo: i dati vengono cancellati e il software aggiornato all’ultima versione. Può essere, quindi, paragonabile a un prodotto nuovo in termini di prestazioni e utilizzo, tanto che un prodotto ricondizionato spesso dispone di garanzia. A ogni prodotto che riacquista una seconda vita viene associato un grado di ricondizionamento, A, A+, B, C, D, dove A+ è il grado più alto e rappresenta condizioni ottimali. Dal grado di ricondizionamento dipende solitamente la durata della garanzia.
L’acquisto di oggetti ricondizionati, dunque, rappresenta un’opportunità significativa di risparmio. Prodotti come laptop, smartphone e tablet, se ricondizionati correttamente, possono essere acquistati a prezzi decisamente inferiori, senza compromettere la qualità. Questo permette ai consumatori di accedere a tecnologie avanzate con un investimento ridotto, rendendo tale tecnologia più accessibile a un pubblico più ampio.
Non solo: il ricondizionamento di dispositivi elettronici è una strategia efficace per combattere l’esaurimento delle risorse naturali. Ogni dispositivo elettronico contiene materiali rari e preziosi come oro, argento, e terre rare: recuperando e riutilizzando questi materiali, si riduce la domanda di nuove risorse, contribuendo a preservare le risorse naturali per le generazioni future. Al contempo, si riduce l’impatto generato dai rifiuti, diminuendo il volume di scarti che finiscono nelle discariche. Il ricondizionamento, di fatto, allunga la vita utile dei prodotti già esistenti, integrandosi perfettamente nel concetto di economia circolare. Il risultato è un sistema economico più sostenibile e resiliente. Utilizzare dispositivi ricondizionati significa, infatti, impiegare meno energia nella produzione di nuovi prodotti, contribuendo così a una riduzione delle emissioni di carbonio, al risparmio energetico complessivo e alla riduzione della dipendenza da nuove risorse.
In definitiva, i benefici ambientali sono evidenti, così come quelli economici, sia per i consumatori che per le aziende, purchè esse per prime si rigenerino. Cosa significa? Vuol dire modificare i propri business model per far sì che non dipendano più dalla sola vendita di prodotti nuovi, ma dall’allungamento del ciclo di vita di quelli già esistenti, dalla fornitura di servizi di manutenzione e assistenza, nonché dalla reputazione positiva che può derivare dall’attenzione dimostrate alla sostenibilità. Il ricondizionamento di oggetti elettronici, dunque, rappresenta una strategia win-win per promuovere un futuro più sostenibile e resiliente.