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08.02.2023
- 3 min

Come fanno le aziende a ridurre le emissioni?

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Emissioni zero entro il 2050. Un obiettivo ambizioso per contrastare il cambiamento climatico che vede coinvolte le aziende di tutto il mondo. Misurare, ridurre e compensare le emissioni di gas a effetto serra, quali ad esempio metano, CO2 e vari CFC, sono le azioni che le organizzazioni devono mettere in campo per raggiungere questo obiettivo e arrivare al grande goal della decarbonizzazione.

Il primo passo per ridurre le emissioni è: conoscerle. Questo significa calcolare sia quante sono e emissioni di gas serra prodotte dall’attività diretta dell’azienda, sia quante sono quelle indirette (generate ad esempio lungo la catena di approvvigionamento) e quantificarle all’interno dei flussi aziendali. L’unità standard per misurare il quantitativo di emissioni generate, ovvero la propria impronta di carbonio, è la CO2 equivalente (CO2e), espressa in parti per milione in volume.

Per il calcolo delle emissioni di prodotto / servizio si può fare ricorso alla norma ISO 14067. È possibile così valutare il Life Cycle Assessment LCA, uno strumento tecnico che individua e quantifica il peso ambientale di un prodotto lungo tutto il suo ciclo di vita, secondo diverse categorie di impatto (riscaldamento climatico, consumo di risorse, consumo di acqua…). È possibile così comprendere quali sono le maggiori criticità, intervenendo con dei correttivi di riduzione e compensazione degli impatti ambientali prodotti.

Se invece vogliamo misurare la carbon footprint delle aziende, allora possiamo fare riferimento alla norma UNI EN ISO 14064-1 o al protocollo GHG, usato da molte organizzazioni in tutto il mondo. Secondo il protocollo, le emissioni di gas serra vengono divise in tre categorie:

  • Scope 1: emissioni dirette che derivano dall’attività dell’organizzazione (emissioni da combustione, emissioni in fase di produzione, emissioni dei veicoli aziendali)
  • Scope 2: emissioni prodotte indirettamente da qualsiasi utilizzo di fonti energetiche, (consumi di elettricità o combustibili)
  • Scope 3: emissioni indirette dovute ad attività che non dipendono direttamente dall’azienda (beni e servizi acquistati, trasporti a monte e a valle della produzione, gestione dei rifiuti, pendolarismo dei dipendenti, …)

Una volta calcolate le emissioni, le aziende possono attivarsi per ridurle o compensarle. Nel primo caso, si possono implementare azioni concrete come l’efficientamento energetico degli edifici, la conversione green del parco auto, la riduzione dei rifiuti o l’attivazione di programmi di mobilità sostenibile per gli spostamenti casa-lavoro. Importante è inoltre coinvolgere i fornitori e sensibilizzare i propri dipendenti, promuovendo attività di formazione per aumentare la consapevolezza rispetto all’impegno necessario per ridurre l’impatto ambientale.

A queste misure, si aggiungono le pratiche di compensazione. Ovvero, acquistare crediti di carbonio, certificati secondo standard internazionali, che consentono di finanziare progetti di riduzione delle emissioni. Un esempio? La piantumazione di un quantitativo di alberi pari alle emissioni generate o l’investimento in infrastrutture per la produzione di energie rinnovabili.  Per ogni credito acquistato, si elimina dall’atmosfera una tonnellata di CO2.

Qualunque sia la strada che si sceglie di percorrere, investire nella sostenibilità non è più un’opzione: un impegno che non lascia indifferente neanche il mondo della finanza. Come ha ricordato recentemente Larry Fink, CEO di BlackRock, la più grande società di investimento nel mondo, infatti, la sostenibilità fa bene non solo all’ecologia, ma anche all’economia, tanto da essere definita «l’unica via per un capitalismo migliore».

Vuoi conoscere la strategia di Alperia per ridurre le emissioni? Leggi l’articolo completo:

Come riduciamo le emissioni di CO2?

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