L’espansione urbana cresce a dismisura in tutto il mondo, anche in Italia. In questo contesto, investire nel verde urbano è più urgente che mai. Parchi, giardini, aiuole, viali alberati e tetti verdi possono migliorare la qualità della vita delle persone, generando impatti positivi in termini di benessere individuale e sociale e di riduzione della CO2. Ecco perché.
Le nostre città, tra molto cemento e poco verde
Come rilevato dall’ultimo report del WWF “Persone, città e natura. Rinnovare l’ambiente urbano e migliorare la nostra salute”, oggi le città coprono quasi il 3% della superficie del Pianeta, ospitano il 55% delle persone del mondo e producono più del 70% delle emissioni di carbonio e oltre il 50% dei rifiuti a livello globale, consumando al contempo tra il 60% e l’80% dell’energia e il 75% delle risorse naturali. Cifre destinate ad aumentare se si considera che entro il 2050 la percentuale di persone che vivrà in città raggiungerà il 70-80% della popolazione mondiale[1]. Per creare un modello di espansione urbana sostenibile, è quindi fondamentale riportare il verde in città con azioni di rinverdimento, riforestazione e ripristino del suolo naturale.
Impatto sulla salute fisica
La maggior parte della popolazione nel mondo respira aria inquinata che supera i limiti di qualità stabiliti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, con gravi effetti sulla salute[2]. L’aumento del verde urbano potrebbe evitare fino a 43.000 morti all’anno nelle città europee[3]. Basti pensare che 1 ettaro di foresta urbana può rimuovere mediamente 17 kg/anno di PM10 e 36 kg/ anno di ozono troposferico. Questo grazie alla capacità di ritenzione delle foglie che assorbono direttamente il particolato rallentandone la diffusione.
Non solo: le aree verdi aiutano a ridurre le ondate di calore. Le città sperimentano temperature medie molto più alte rispetto alle aree naturali. Secondo il Barcelona Institute for Global Health, un terzo dei decessi in Europa dovuto alle “isole di calore” potrebbe essere evitato raggiungendo una copertura arborea del 30%. In Italia, Confagricoltura specifica che il verde urbano sarebbe in grado di assorbire 12 milioni di tonnellate di anidride carbonica confermando la natura come allenata essenziale della salute e della sicurezza cittadina.
Ma non finisce qui perché il verde urbano può anche de-impermeabilizzare il suolo, aumentando l’infiltrazione delle acque e contenendo i danni causati dalle inondazioni. Gli alberi, inoltre, ammortizzano i rumori e mitigano il disturbo derivante dall’inquinamento acustico.
Il benessere è verde
Fino a qui abbiamo parlato dell’impatto positivo del verde urbano sulla salute della popolazione, ma cosa accade quando parliamo di benessere psicofisico? Le aree verdi hanno lo straordinario potere di alleggerire tensioni e favorire sensazioni di felicità e leggerezza. Inoltre, promuovono la coesione sociale, che è uno dei fattori chiave correlati alla felicità, contribuiscono al benessere e contrastano alienazione e stati depressivi. Sono, in aggiunta, delle palestre naturali: coloro che vivono in aree con più spazio verde hanno più del triplo delle probabilità di essere fisicamente attivi e circa il 40% di probabilità in meno di essere in sovrappeso, rispetto a coloro che vivono in aree eccessivamente urbanizzate. Per tutte queste ragioni, l’OMS[4] raccomanda la presenza di uno spazio verde di almeno 0,5 ettari a una distanza massima di 300 m da ogni abitazione. In Italia, ogni abitante dispone in media ben 32,5 m2 di verde urbano, ma con notevoli differenze territoriali. Secondo la Commissione europea, infatti, nel nostro Paese oltre il 20% della popolazione non ha accesso alle aree verdi.
Come riportare la natura in città
Piantare 6,6 milioni di alberi entro il 2024 nelle 14 Città metropolitane italiane per contrastare l’inquinamento atmosferico, i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità è l’obiettivo della misura “Tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano” del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza con uno stanziamento complessivo di 330 milioni di euro. Un piano che va a rafforzare le attività di forestazione urbana già finanziate dal MiTE -Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica negli anni scorsi e che dovrebbe portare alla nascita di molte nuove iniziative di riforestazione urbana. Tra le più significative attivate negli ultimi anni, vi sono ad esempio: ForestaMI a Milano con cui si punta a piantare tre milioni di alberi entro il 2030; le Urban Jungles di Prato che trasformeranno palazzi già esistenti in veicoli ad alta intensità di verde, con alberi e piante sulle facciate e sulle coperture e il Bosco Verdemare di Bari che sarà caratterizzato dalla presenza di piante e alberi lungo le terrazze e le logge del lungomare.
Ma oltre a questi progetti di ampio respiro, anche i privati possono contribuire alla creazione di verde urbano attraverso diverse iniziative come i tetti verdi, ovvero coperture vegetali installate sui tetti degli edifici che oltre a migliorare l’isolamento termico e acustico, riducono il deflusso delle acque piovane e aumentano la biodiversità urbana; e gli orti urbani, spazi coltivabili all’interno delle città, spesso gestiti dai cittadini stessi, che promuovono l’autoproduzione alimentare, favoriscono la socializzazione e l’educazione ambientale e migliorano l’aspetto estetico delle città.
Il verde urbano rappresenta quindi una risorsa preziosa per le città italiane, capace di migliorare la qualità della vita dei cittadini sotto molti aspetti. Investire nella creazione e nella manutenzione degli spazi verdi è una scelta strategica che porterà benefici ecologici, sociali ed economici nel lungo termine. Le iniziative di riforestazione e l’impegno di privati e istituzioni sono passi fondamentali verso città più verdi, vivibili e sostenibili. Non a caso, infatti, la creazione di città e insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili è uno degli Obiettivi ONU di Sviluppo Sostenibile per il 2030 (SDG 11).
[1] https://www.resourcepanel.org/reports/weight-cities
[2] WWF, Persone, città e natura
[3] https://isglobalranking.org/
[4] World Health Organization, 2010. Urban Planning, Environment and Health: From Evidence to Policy Action. pp 119. https://www.cabdirect.org/cabdirect/ab – stract/20103308516